Vittoria, Regina d’Inghilterra e delle Colonie, a Firenze
Alexandrina Vittoria, nomen omen, fu regina con grande carattere e governò il suo paese con un impegno basato su forti valori (celebre la sua frase: “Una sconfitta? La possibilità non sussiste”) e su una personale morale. Ci è nota ad esempio la sua avversità al nascente movimento per i diritti delle donne. Fu un periodo di grande sviluppo per l’Inghilterra: industriale, culturale, politico, scientifico, militare. Sotto di lei l’Impero Britannico conobbe una forte espansione. Nonostante ciò non dimostrò mai passione per la guerra: a parte qualche slancio emotivo (“Oh, se la regina fosse un uomo!”) il suo ruolo di “regina guerriera” assomigliava molto di più a quello concepito da Maria Teresa d’Austria. Anche nei confronti dei principi indiani, dimostrò sempre una costante cortesia, scevra da qualunque forma di razzismo presente, invece, all’epoca, in molti dei suoi sudditi. Non a caso, dunque, il suo regno è conosciuto ed esaltato come “Epoca Vittoriana”.
Anche Vittoria, come molti altri sudditi inglesi sin dai tempi del Grand Tour, subì la fascinazione dell’Italia, della Toscana e di Firenze in particolare. Un mito, quello di Firenze, che influenzerà la cultura e le arti inglesi ed anche americane non solo fra Ottocento e Novecento: in tal senso basti ricordare il movimento preraffaellita. In realtà la nascita di stretti rapporti tra Firenze e l’Inghilterra sono ben più datati: la prima e più antica sede diplomatica inglese all’estero fu proprio quella di Firenze, le cui prime tracce risalgono al 1456 con la documentata presenza di una legazione della corte inglese in città. Da allora ad oggi la presenza inglese a Firenze ed in Toscana si è via via sempre più consolidata sia in termini numerici che di partecipazione culturale. Tornando all’Epoca Vittoriana bisogna ricordare come l’Inghilterra fosse un paese ospitale per tutti coloro che, nella stagione dei moti risorgimentali, fossero stati costretti all’esilio. Ciò ha costituito importante premessa per un’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica britannica anche nei confronti degli aneliti patriottici italiani. Conseguenza di ciò sarà la partecipazione di molti sudditi britannici ai moti italiani: fra i molti noti anche Frederick Stibbert, volontario Garibaldino nelle Guide. Da tempo è riconosciuto, infatti, in ambito storico, quanto sia stato determinante, soprattutto nelle sue prime fasi, il supporto britannico profuso alle guerre d’indipendenza italiane.
Vittoria verrà più volte a Firenze tra il 1888, data della sua prima visita, ed il 1894. Non saranno soggiorni lunghissimi e sempre tra inverno e primavera, una stagione sicuramente più mite rispetto a quella a cui la regina era abituata. Sarà ospitata, in varie residenze fiorentine (tra queste ci piace ricordare in particolar modo quella di Villa Fabbricotti), dalle notabili famiglie patrizie cittadine. Lo stesso Frederick Stibbert sarà tra queste. Saranno visite “in veste privata” anche se questo non gli impedirà di tenere contatti con la già allora nutrita, abbiamo detto, presenza inglese in città. Una veste privata che comunque lascerà qualche spazio per la partecipazione ad eventi più pubblici. Famose le sue passeggiate, alla Ruskin, per giardini e la sua passione per la pittura ad acquerello: precorritrice di un famoso statista inglese che nel 1945 verrà nel nord Italia a decorare con la stessa tecnica, e forse non solo per quello, le proprie tele.
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